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Incontro / Black Italy: invisible stories of liberation

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Per commemorare la liberazione nazionale dell’Italia dal nazifascismo, l’Istituto Italiano di Cultura e la Loyola University Chicago presentano un’esplorazione dei contributi, spesso trascurati, delle persone di origine africana nella resistenza antifascista.

Dalle ombre dell’archivio emergono frammenti: fotografie, lettere, nomi dimenticati. La scrittrice Maaza Mengiste e l’artista Dawit L. Petros ripercorrono questi contorni sbiaditi per chiedersi: cosa è stato cancellato dalla nostra storia?  Chi sono le persone la cui resistenza rimane invisibile? Come possono le storie dimenticate donare nuova linfa al racconto dell’antifascismo? Insieme, ci invitano a guardare là dove la storia ha distolto lo sguardo, a leggere tra le righe, e ad immaginare un’Italia la cui identità sia plasmata non solo da ciò che è ricordato, ma anche da ciò che è stato nascosto o dimenticato.

Questo evento invita il pubblico a confrontarsi con domande cruciali e a scoprire una prospettiva più ricca e inclusiva della storia e dell’identità italiana.

Incontro con Maaza Mengiste e Dawit L. Petros in dialogo con la Prof.ssa Cristina Lombardi-Diop. A seguire, tavola rotonda e sessione di domande e risposte con il pubblico.

Evento gratuito e aperto al pubblico. 

Maaza Mengiste è una scrittrice, saggista e fotografa. È autrice del romanzo The Shadow King, selezionato nella shortlist del Booker Prize 2020 e finalista al LA Times Book Prize per la narrativa nello stesso anno. Il libro è stato nominato tra i migliori dell’anno dal New York Times, NPR, Elle, Time e molte altre testate. The Shadow King, definito da Salman Rushdie “un romanzo brillante… che si legge con irresistibile voracità”, è attualmente disponibile in traduzione spagnola, svedese, francese, tedesca, italiana, rumena, turca e finlandese, con altre versioni in arrivo. Il suo romanzo d’esordio, Beneath the Lion’s Gaze, è stato selezionato dal Guardian come uno dei dieci migliori libri africani contemporanei ed è stato incluso tra i migliori libri del 2010 dal Christian Science Monitor, dal Boston Globe e da altre pubblicazioni. Il suo racconto “Dust, Ash, Flight”, pubblicato in Addis Ababa Noir (a cura di Maaza), ha ricevuto nel 2021 l’Edgar Award per il miglior racconto. È vincitrice di una Guggenheim Fellowship, di un American Academy of Arts and Letters Award in Literature, di una DAAD Artists-in-Berlin Fellowship, di una Cullman Center for Scholars and Writers Fellowship, del Premio von Rezzori, del Premio Il Ponte, di una Fulbright Fellowship, di un National Endowment for the Arts Award e di un Creative Capital Award. I suoi scritti sono apparsi su The New Yorker, The New York Review of Books, Granta, The Guardian, The New York Times, Esquire, Rolling Stone e BBC, tra gli altri.

Dawit L. Petros è un artista , ricercatore ed educatore. Il suo lavoro è influenzato dagli studi sui modernismi globali, dalle teorie della diaspora e dagli studi postcoloniali. Negli ultimi dieci anni si è concentrato su una rilettura critica delle intersezioni tra colonialismo e modernità. Questi interessi derivano da esperienze vissute: Petros è un emigrante eritreo che ha trascorso gli anni formativi in Eritrea, Etiopia e Kenya, prima di stabilirsi nel Canada centrale. Le culture, le voci e i principi sovrapposti di questa costellazione hanno generato una coscienza dispersa, globale e transnazionale nell’atteggiamento e nella visione. Le sue opere mirano a un’analisi introspettiva e stratificata dei fattori storici che hanno prodotto queste condizioni migratorie. Petros installa fotografie, immagini in movimento, oggetti scultorei e opere sonore secondo logiche performative, pittoriche o site responsive. Il passaggio da un’opera all’altra riecheggia i lunghi viaggi necessari per realizzarle, mentre dispositivi visivi o formali ricorrenti alludono in modo sottile ai complessi contesti entro i quali si collocano i suoi progetti.

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Chicago
  • In collaborazione con: Loyola University Chicago